Quando iscrivere dieci club al campionato regionale era un’impresa
Un campionato d’Eccellenza con sette partecipanti, come quello che si prospetta a causa dell’emergenza sanitaria, è sicuramente uno scenario insolito per gli sportivi abruzzesi. Non è però una novità assoluta: anche se da decenni siamo abituati a tornei con almeno 18 squadre, nelle stagioni pionieristiche del calcio regionale arrivare a una decina di iscrizioni era un’impresa.
Infatti, per almeno un ventennio, raramente hanno raggiunto la doppia cifra le affiliazioni alla massima competizione abruzzese, che tra l’altro metteva in palio l’ammissione alla terza serie nazionale. Nell’Anteguerra è successo solo in quattro occasioni: nel primo storico torneo federale del 1925 c’erano 10 squadre divise in due raggruppamenti; ce n’erano 10 nella Prima Divisione a girone unico del 1932-33 e 1938-39, e 11 in quella del 1939-40.
Erano anni difficili per il calcio abruzzese. Già ben prima del periodo bellico, non era raro che a campionato in corso si ritirasse almeno una squadra. Per quanto riguarda l’organizzazione, la sede del Direttorio solo a inizio anni ’30 venne fissata all’Aquila dopo gli spostamenti tra Sulmona, Chieti e Pescara. In quattro occasioni il Direttorio abruzzese addirittura non riuscì a organizzare il proprio torneo, e le corregionali affiliate alla Federazione si iscrissero alle competizioni delle regioni confinanti.
Poche erano le società che confermavano con regolarità la propria iscrizione, e spesso, anche senza passare un periodo di inattività, riscendevano nell’agone sportivo con una nuova denominazione. Valga su tutti l’esempio di Lanciano che, tra il 1925 e il 1943, ha affiliato un club alle Figc dodici volte con nove denominazioni diverse!
Il minimo storico di partecipanti venne registrato nel 1925-26, nel secondo torneo abruzzese sotto l’egida della Figc, quando furono addirittura solo tre le città capaci di confermare l’affiliazione di un club alla Figc (Ursus di Castellammare Adriatico, Massangioli di Chieti e Calciatori di Pratola Peligna).
In questo difficile ventennio due volte si impose Lanciano. Nel 1927-28 la Virtus superò Termoli in uno spareggio ripetuto, dopo l’arrivo a pari punti con i giallorossi in un campionato con 5 squadre, nel quale c’erano anche Adriatico Pescara, Samnium Isernia e Sulmonese.
I rossoneri si aggiudicarono la promozione anche nel 1939-40: ai nastri di partenza erano in 11, ma 4 furono i ritiri; al primo posto si piazzò la squadra riserve del Pescara, che non faceva classifica, e Lanciano conquistò il passaggio in Serie C superando Chieti sul filo di lana.
Il calcio abruzzese come lo conosciamo oggi comincia a prendere forma solo nel Dopoguerra, quando a capo della Lega Regionale c’è Nello Mancini. Nel 1945-46 si assiste al primo boom con 16 formazioni iscritte, divise in tre gironi (due da quattro e uno da otto per questioni logistiche).
La formula a più gironi va avanti fino al 1951, per poi essere ripresa negli anni ’60. Di raggruppamenti infatti ce ne sono due da 10 nel 1946-47 (quando la Virtus viene nuovamente promossa in C), e tre da 6 nel 1947-48, stagione in cui a livello nazionale si decide di creare la serie interregionale tra Serie C e tornei regionali.
Il definitivo salto di qualità viene compiuto nel 1949-50, e cioè da quando, al di sotto della Prima Divisione abruzzese ancora divisa nei due gironi comunemente detti “Marino” e “Montano”, segue regolarmente anche una seconda categoria regionale.