Lanciano ospite del Villa 2015 al Valle Anzuca: il ritorno a casa del diesse Paciarella
Domenica i rossoneri affrontano i biancorossi nello stadio dove l’attuale direttore sportivo ha vinto il campionato da tecnico di prima squadra e Juniores: qui ha allenato Del Grosso e Zucchini, e un grande idolo della tifoseria frentana come Damiani
Il Lanciano si presenta domenica al Valle Anzuca con una folta schiera di “quasi ex”. Tra i rossoneri ospiti del Villa 2015 in parecchi hanno infatti frequentato lo stadio di Francavilla in rappresentanza della prima squadra cittadina: da Fabio De Vincentiis, che prima di arrivare a Lanciano è stato presidente dei giallorossi, a giocatori come Petrone, La Selva o Di Gennaro. Il più “quasi ex” di tutti è però il direttore sportivo Tonino Paciarella, originario di contrada Codacchio di Trivento, che a Francavilla vive ed è stato protagonista da allenatore di prima squadra e giovanili.
Paciarella, per lei giocare a Francavilla non è come giocare in un posto qualsiasi.
«È la città nella quale ho scelto di vivere dal 1988 quando lavoravo a Pescara, dove sono nati e cresciuti i miei figli, e dove ho iniziato a fare prima l’allenatore e poi il direttore sportivo».
Come è iniziata la sua esperienza in panchina?
«Dopo che ho smesso di giocare, all’inizio degli anni ’90 avevo preso il patentino per allenare i giovani, e ho avuto l’opportunità di entrare nel Francavilla. Negli anni successivi ho guidato diverse formazioni giovanili, dove tra l’altro ho avuto come giocatore Alessandro Del Grosso, fino ad arrivare alla prima squadra. Esordii nel 1995-96, anno in cui ero il tecnico più giovane dell’Eccellenza: il debutto fu una sconfitta a Ortona e, ironia della sorte, l’ultima partita da allenatore nel 2012 è stata una vittoria con l’Ortona!».
Giusto vent’anni fa si è tolto anche la soddisfazione di vincere la Promozione.
«Ero tornato al settore giovanile, quando Arturo Bertuccioli (allenatore del Lanciano nel girone di andata 1985-86, ndr) si dimise prima dell’inizio del campionato, dopo aver fatto il ritiro. Venivo dalla vittoria sfiorata con la Juniores e conoscevo bene l’ambiente e la rosa, anche perché in organico c’erano molti ragazzi che avevo seguito. Vincemmo la Promozione nonostante il Montesilvano fosse strafavorito: aveva una vera e propria corazzata, nella quale tra gli altri c’era Marco Antinucci, che oggi allena il Villa 2015. Con noi invece c’era Massimo Zucchini, il secondo di Del Grosso che è stato il suo vice anche nel primo anno in cui ha guidato il Francavilla».
Il miglior risultato con le giovanili invece qual è stato?
«Nel 2002-2003 abbiamo vinto il campionato Juniores: per questo posso dire di essere stato l’unico allenatore che a Francavilla ha vinto il campionato sia con una formazione del settore giovanile sia con la prima squadra».
In quegli anni ha mai incontrato il Lanciano da avversario?
«Solo una volta, e purtroppo alla fine non è stata un’occasione piacevole: nel 1998-99 volevamo organizzare un’amichevole per festeggiare la nostra promozione e quella del Lanciano, e per dare più prestigio coinvolgemmo il Pescara che stava lottando per la Serie A. Il primo tempo si giocò tra Lanciano e Francavilla, ma purtroppo nel secondo tra Lanciano e Pescara ci fu quel brutto scontro di gioco tra Colavitto e Terracenere e il triangolare fu sospeso».
Il passaggio dalla panchina al ruolo di dirigente come è avvenuto?
«Nel 2012 a Francavilla si stava formando una nuova società e mi è stato chiesto di dare una mano. Mi proposero di fare l’allenatore, ma accettai solo un incarico a termine per tre mesi: l’ultima partita fu proprio quella con l’Ortona cui accennavo prima. Quando poi nel 2014 arrivò De Vincentiis a Francavilla mi diede l’opportunità di fare il direttore sportivo».
Il trasloco a Lanciano come è maturato?
«Io avevo saputo dell’operazione quando era già stato tutto avviato. Alla proposta di De Vincentiis di venire qui ho accettato subito sia perché conoscevo l’ambiente dal punto di vista sportivo, visto che seguivo il Lanciano quando era in C e in B, sia perché questa è una piazza di grande importanza, che va al di là della categoria».
La presidenza De Vincentiis a Francavilla iniziò proprio con la coppia Del Grosso-Zucchini che centrò i play off di Eccellenza: come si è riformata qui a Lanciano?
«Zucchini era rimasto sempre nello staff come secondo dopo la partenza di Del Grosso, ed era ormai praticamente parte integrante del nostro gruppo. In realtà qui inizialmente avevamo pensato di puntare su Silvio Paolucci, poi andato alle giovanili della Ternana. Del resto un anno fa era impensabile proporre a un tecnico come Del Grosso, che veniva da una finale play off in D, di scendere in Promozione… che addirittura poi è stata Prima Categoria! Però ho iniziato a pungolarlo, e scherzando scherzando alla fine gli ho fatto seriamente la proposta che lui ha accettato. Il presidente è stato contentissimo di riaverlo qui insieme a Zucchini».
Difficile non essere contenti di quanto fatto nell’ultimo anno.
«La società, partendo da zero, ha fatto passi da gigante in tutto: dalle giovanili alla prima squadra passando per tutti gli aspetti organizzativi, grazie anche a un presidente che è una persona inesauribile. Questo è il primo aspetto e il più importante: anche un’ottima squadra, se non ha una grande società alle spalle, rischia di non raggiungere gli obiettivi; ma una buona squadra, se dietro ha un’ottima società, ha più possibilità di fare bene».
Il Lanciano è partito fortissimo: se lo aspettava?
«Diciamo innanzitutto che finora non abbiamo fatto nulla, perché sono solo due partite. Non sono sorpreso del fatto che siamo partiti forte, ma allo stesso tempo non do nulla per scontato. Il nostro è un organico di qualità e ampio, con fuori quota all’altezza: abbiamo una rosa molto competitiva non solo per questa categoria, e una società superorganizzata. Sicuramente sono ottimista, ma stiamo attenti a non peccare di presunzione e non diamo niente per scontato: il campionato bisogna giocarlo tutto fino in fondo, come del resto è stato l’anno scorso».
Chi può dare più fastidio ai rossoneri per la corsa verso l’Eccellenza?
«Ci sono diverse squadre forti, come il San Salvo, il Casalbordino o ad esempio il River che abbiamo battuto domenica scorsa: anche se ci abbiamo vinto, restano una formazione competitiva, con un allenatore giovane e bravo, e penso che fino alla fine lotterà al vertice. E non dimentichiamo le sorprese: come quel mio Francavilla lo è stato allora, può venirne fuori una oggi, e quindi non bisogna mai abbassare la guardia».
La rosa è cambiata pochissimo rispetto all’anno scorso: pensa che, nel caso arrivi il salto di categoria che tutti si augurano, si procederà su questa linea?
«Oggi è prematuro pensare al futuro in questi termini: dobbiamo concentriamoci sull’attualità. È naturale che la mente di un direttore sportivo ragioni in prospettiva, o quantomeno sull’immediato futuro. Ma questi pensieri non devono sfiorare nessuno: certo, abbiamo già calciatori pronti per la divisione superiore, ma ora pensiamo a questo campionato e basta».
In questo bisogna ripetere quanto avvenuto nella scorsa stagione.
«L’anno scorso ci siamo calati nella categoria, che era la cosa più importante. La Prima era una realtà che molti non conoscevano: basti pensare che tanti dei nostri stanno giocando per la prima volta la Promozione. Un anno fa lo abbiamo fatto alla grande e quest’anno deve essere la stessa cosa: facciamo questa Promozione e pensiamo a farla bene, ché poi il resto verrà da sé. Pensare ora a quello che sarà o potrà essere fra un anno è un lusso che non possiamo permetterci».