Cristini, gerarca addetto alla repressione e “piccolo Arpinati” d’Abruzzo
Giovedì alle 17:30 nell’ex Casa di Conversazione viene presentato il libro del giornalista e scrittore Pablo Dell’Osa su Guido Cristini, avvocato e parlamentare abruzzese. Diventato tristemente celebre per il ruolo nella repressione del dissenso al regime fascista, Cristini per un breve periodo fu anche legato strettamente al calcio lancianese.
Come molti personaggi di spicco durante la dittatura, Cristini ebbe infatti un ruolo di rilievo nel mondo dello sport, e del calcio in particolare, che dal punto di vista propagandistico il fascismo tenne in gran conto in quanto fenomeno di massa. La ricerca storica di Dell’Osa, intitolata Il Tribunale speciale e la presidenza di Guido Cristini: 1928-1932, ricostruisce in particolare le vicende di Cristini appunto quale presidente del Tribunale speciale per la difesa dello Stato tra il 1928 e il 1932.
In questo periodo vennero assegnate 1.725 condanne, per un totale di 8.806 anni di prigione, e nove condanne a morte, tutte eseguite. Nonostante ciò Cristini, nato a Guardiagrele nel 1895, nel Dopoguerra riuscì ad avvalersi dell’amnistia, sollevando non poche polemiche, e morì a Chieti nel 1979.
Al di fuori delle questioni più strettamente politiche, il parlamentare guardiese fu una figura di rilievo nello sport locale a cavallo tra gli anni ’20 e ’30, sia come editore sia come sostenitore diretto di squadre: per certi versi fu una sorta di “piccolo Arpinati” abruzzese. Cristini presiedava l’Unione Sportiva Guido Cristini di Guardiagrele, che portava appunto il suo nome. Del resto non era raro che all’epoca squadre e manifestazioni sportive ricevessero il nome dei maggiorenti locali.
Dal punto di vista editoriale, Cristini fu fondatore e direttore de Il Giornale d’Abruzzo e Molise, bisettimanale che dava ampio spazio anche alle squadre minori. La testata è una delle principali fonti per la storia del calcio frentano nella stagione 1929-30, quando la Virtus Lanciano era il primo club della regione, ma anche una fonte imprescindibile per l’attività calcistica nei paesi più piccoli, le cui squadre non erano affiliate alle Figc e giocavano solo amichevoli.
Essendo una personalità primo piano nella politica locale, legato a Lanciano anche per avervi frequentato il liceo, alla vigilia del campionato 1929-30 la dirigenza guidata dal barone Rino Cocco nomina Cristini socio onorario. La prima assemblea dei soci si apre proprio con il saluto a Cristini del barone Cocco, che legge un telegramma inviato all’onorevole guardiese: «Soci Sportiva Virtus riuniti assemblea animo grato alto onore adesione Vostra Eccellenza inviano espressione fedeltà fascista».
A Guardiagrele, verosimilmente grazie all’interessamento di Cristini, nel dicembre 1929 viene organizzata una pesca di beneficenza pro Virtus: manifestazioni simili si registrano solo a Lanciano e nella vicina Castel Frentano. La dirigenza lancianese contraccambia ampiamente l’amicizia e il sostegno di Cristini, tanto da cedere in prestito alla sua formazione giocatori importanti in occasione delle proprie partite.
Questa pratica suscita il disappunto di altre società, tanto che nel maggio 1930 l’Ursus di Pescara protesta formalmente con il direttorio regionale della Figc. In occasione di un’amichevole a Guardiagrele i biancoverdi della Cristini schieravano ben sei virtussini, fra l’altro alcuni tra i migliori: Bavazzano, Cambi, Cavani, Grandi, Morena e Re. I sei tra l’altro vanno a giocare a Guardiagrele il giorno dopo essere stati impegnati in una partita di terza serie con lo Stabia!